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WHAT A WONDERFUL WORLD




 

di Corrado Barbieri





La piu' bella canzone di speranza. Una canzone dedicata alle generazioni future, ai bambini. A chi poteva essere affidata se non a Louis??
Bob Thiele e George David Weiss la concepirono proprio perché fosse cantata da Armstrong, la cui musicalità, personalita' e storia, sono convinto, racchiudano tuttora in se' il concetto di universalita'.
Era il 1967, in un'America scossa dal disastro del Vietnam, dagli omicidi di Stato e nel mezzo delle lotte sociali per i diritti civili, ci fu qualcuno a cui parve sensato comporre una canzone da affidare a chi poteva essere ascoltato da tutte le razze e da tutti i ceti sociali. E non sbagliarono.
Ma il messaggio e la musica sono cosi' belli e centrati che il brano si e' prestato alle Interpretazioni degli artisti piu' diversi, confermando l'intento universale degli autori .
Basta citare la versione della prematuramente scomparsa Eva Cassidy , o quella virtuale realizzata nel 2007 unendo la sua voce a quella della allora giovanissima Katie Melua, oppure quella originalissima e altrettanto emozionante di Kamakawiwo' ole in medley con "Over The Rainbow". Poi inserita, con scelta direi obbligata e felicissima, nel film "Good Morning Vietnam".
Resta tuttavia inscindibile il binomio della canzone con Louis Armstrong, anzi la sua interpretazione e' da considerarsi un ultimo, straordinario, commovente dono di Louis, che sarebbe scomparso di li' a pochi mesi. Può darsi che le nuove generazioni, tra cento anni, si dimentichino delle vette musicali raggiunte da Louis negli anni '20, che richiedono particolare sensibilità' al gusto jazzistico, ma sono certo che ascolteranno ancora il suo "What a Wonderful World".

 


 
   
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