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L' ULTIMO UOMO RIMASTO!: un CD per sempre.
(Last man standing, di Jerry Lee Lewis)




 

di Corrado Barbieri




Tutto bello, tutto! Da ascoltare e riascoltare nella propria vita quando si e' "in chiave", quando si e' carichi, quando si e' giovani, quando si e' depressi, quando si e' "blue", quando si e' romantici, quando si e' vecchi, quando si e' incazzati...
E' una collezione di brani in duetto senza precedenti, tanto per introdurci all'opera,ma soprattutto una serie di esecuzioni in grado di trasmettere emozioni per ogni diverso stato d'animo. E questa, a casa mia...., si chiama arte!
Jerry Lee l'ha così intitolato probabilmente perché sapeva che sarebbe stato il suo ultimo successo (2006), ma non perché lui fosse l'ultimo di quella sua straordinaria generazione, della quale hanno fatto parte Elvis, Perkins, Cash. Partecipano a questi duetti anche artisti di altre generazioni e questo e' il vero "sale" dell'opera.
Ed ecco il duetto con BB King,uno dei re del blues,col boss Bruce Springsteen, con John Fogerty, gloria del folk, con Ringo Starr,con Rod Stewart, Mick Jagger, con la leggenda del country Willie Nelson, con Eric Clapton, con il vecchio Little Richard, suo coetaneo, con Don Henley, con Kris Kristofferson..... ma anche con Jimmy Page, Ronnie Wood, Robbie Robertson, Neil Young, altra gloria del folk a tutto campo,Keith Richards, con il grande country singer Merle Haggard, e pure con George Jones, meno noto in Italia,ma del pari star indiscussa del country, con Toby Keith, Delaney Bramlett, con Buddy Guy. Un' incredibile ricchezza musicale che esce tutta da un cd di 21 brani, che naturalmente non possiamo commentare per intero.
Pero' parlare di quelli che per certo toccano nel profondo, si'. Caratteristica impostazione non sono i semplici duetti,ma le sottolineature, gli accenti, le battute inframmezzate, sia di Jerry Lee, che dei partners, che danno un incredibile tocco di gusto a ogni pezzo, un sapore particolare, che poi si vuole rigustare, e ancora, e ancora.... E la musica straordinaria poggia su testi adeguati, per i significati, per le atmosfere, per le ironie, anche per il dolce/amaro della nostalgia, ma soprattutto per i riferimenti al Last man standing, lui, che non e' solo Jerry Lee, ma anche ogni uomo sulla strada durissima dell' esistenza.
"Evening gown". Qui Jagger si rivolge a Jerry Lee con "...la gente dice che sei un perdente", e ancora ".... la gente dice che sei un bevitore" .....e Lui risponde con la verità, ne piu' ne meno.Per poi concludere con un controcanto strepitoso.
"What Made Milwaukee famous". Ascoltate qui la voce roca di Rod Stewart e ditemi con quale si poteva rimpiazzarla per avere un effetto così accattivante ed irripetibile...! Se non nasceva Rod, avremmo dovuto impegnarci a inventare un artista simile, per non perdere qualcosa di godibile a questo livello.
Il brano di chiusura e' senza dubbio il più significativo dell'album, una riflessione esistenziale imprescindibile, a firma di Kris Kristofferson, che e' anche il partner di Jerry nel duetto, "The pilgrim". Un brano amarissimo, filosofico, forse in parte consolatorio del nostro destino, che comunque costringe a riflettere anche i piu' insensibili "....dal dondolare della culla, al rotolare del carro funebre/il salire (nella vita) bilancia le cadute". E la canzone ci dice cosa puo' essere l'uomo:

E' un poeta ...
E' un profeta ...
E' un pusher ...
E' un pellegrino...
E' un predicatore...
E' un problema se viene colpito...
E' una contraddizione ambulante
In parte e' vero,in parte e' fiction
E prende ogni direzione sbagliata....sulla sua via solitaria verso casa.

Straordinari.tutti !!



 
   
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