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LETTERA A MARY TRAVERS


Di Corrado Barbieri

 


Come cantante e come donna credo che tu sia stata il personaggio femminile più affascinante di quegli anni ’60 di cui solo oggi riusciamo a misurare appieno la portata umana, sociale e artistica. Ciò che colpisce oggi vedendo e ascoltando Peter, Paul and Mary è il vostro coinvolgimento interiore, la vostra partecipazione ai contenuti di ogni brano, lo spirito alto che avevate. Anche se devo confessare, senza nulla togliere ai due bravissimi e simpaticissimi Peter e Paul, che la vera forza trainante eri tu.

Tu spezzavi le due voci maschili con la tua, piena, limpida, potente, dando il sale ai brani. Basta guardare come ti porgevi, sempre chinata in avanti verso il microfono, con le mani tese, mostrando un impegno totale nella performance, eri il "fulcro fisico” della scena, e non solo perché i due ragazzi erano molto composti nel loro suonare (niente chitarre agitate e pettinature contenute), ma perché i tuoi straordinari capelli d’oro, lisci, erano una sorta di insegna, di marchio di fascino. E che repertorio vasto, e tutto bello, tutto ballate da ascoltare e riascoltare, e per chi aveva una chitarra in mano, ed eravamo tanti, suonare e risuonare.

È curioso come siate stati, pur con gli stessi contenuti di protesta e con i vostri talenti musicali indiscutibili, il contraltare “dolce” dei “pasionari” Dylan e Baetz. Sempre piacevoli, coinvolgenti, amalgamati e soprattutto con una carica umana tutta vostra. Perché se è vero che i contenuti sociali e' bene che siamo proposti con asprezza, con rabbia, devono anche mostrare anche le varie sfumature del sentire.
Ho letto che ti espulsero dalle scuole superiori, brava! Io ci andai solo vicino, ma la pulsione alla libertà e alla giustizia ci accomuna, per questo ti sento vicina.





 

 
   
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