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HOTEL SUPRAMONTE




Di Corrado Barbieri

 


Una delle creazioni piu' belle di quello che considero il piu' grande poeta italiano del 900, che a differenza degli altri musicava, e in modo straordinario, le sue poesie: Fabrizio De Andre'.
Come si sa, Supramonte e' una zona interna della Sardegna, dove Faber fu detenuto dalla malavita per quattro mesi, con la compagna Dory Ghezzi, dopo il rapimento. Una zona di natura splendida e selvaggia, di boschi, di ruscelli, di alberi secolari, di montagne.
In questo contesto drammatico nasce la poesia/canzone "Hotel Supramonte", titolo che rende omaggio a quella terra meravigliosa, per un'opera in cui si intrecciano sensi di colpa, momenti di dolcezza, di dolore, di solitudine e, presumibilmente, anche di paura. E il tutto, nelle parole di De Andre', si mescola alla bellezza della natura, nonche' a un senso di fatalismo.
L'obiettivo del sequestro era Faber, e ciò fa nascere in lui il senso di colpa per aver portato lei in quei luoghi. Ed e' evidente che tra i due amanti fosse nato uno screzio, con gli inevitabili rinfacciamenti. La "donna in fiamme", splendida metafora, e' lei, e ciò acuiva in lui il senso di isolamento, che poi a tratti pare venisse spezzato da momenti di intimita' che i carcerieri concedevano ai due reclusi. Poi ringrazia il cielo di aver "ancora una bocca per bere" , di essere vivo e conclude che "passera' anche questa stazione senza far male": tutto passa nella vita, ma l'amore resta... "ma se ti svegli e hai ancora paura dammi la mano/cosa importa se sono caduto,se sono lontano".
Un'esperienza terribile diventa un'occasione concessa solo all'artista per misurare la grandezza di un amore. E credo che la canzone diventi la celebrazione del grande amore, almeno per me e' cosi'.

 





 

 
   
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