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Grande Sterling Hayden!



 

di Corrado Barbieri





Se si pensa a quanta gente fasulla, specie in ambiente cinematografico, crede o dice di aver condotto una vita avventurosa, non si puo' che sorridere e disprezzarli.
Perché la vita di Hayden ha dell'incredibile, lui si' poteva essere il soggetto per una bellissima biografia da raccontare sullo schermo.
A 17 anni mozzo a bordo,a 19 già capitano di barche che giravano il mondo, poi modello, poi attore, poi venne la guerra e fu nell'intelligence, sotto un altro nome, poi nei Marines. Partecipo' a importanti missioni in aiuto ai partigiani croati,e ricevette la Stella d'Argento dal suo paese e un riconoscimento speciale dal leader jugoslavo Tito. Poi di nuovo a Hollywood, che pero' non prese mai troppo sul serio; diceva sempre che gli serviva per vivere, ma sforno' in realta' parecchi film, noir eccellenti, western, partecipando anche ai colossal.
Nel 1959, in seguito al primo divorzio e alla limitazione nel poter vedere i suoi quattro bambini, sfido' il tribunale e li porto' via, ad Haiti con la sua barca! Con cui stette lontano per mesi. Grande! fregandosene del tribunale e del mondo del cinema.
Chi scrive lo vide per la prima volta in Johnny Guitar, western con ambizioni psicologiche, forse un buon film se non fosse stato rovinato da quel manifesto che pareva dicesse - non venitemi a vedere- che era l'orripilante, urticante.
Joan Crawford, ormai tra l'altro in pieno declino. Ma Peggy Lee canto' per la pellicola la bellissima canzone omonima, e questa quando l'ascolti porta al suo personaggio e ha reso immortale il film.
Intanto Hayden scriveva un libro di successo, "Wanderer", vagabondo, un'autobiografia dove raccontava anche dei suoi viaggi in barca attorno al mondo.
Ed ecco che nel 1975 gli offrono la parte di protagonista ne "Lo squalo" e lui rinuncia, perché il fisco americano lo ha preso di mira, e si rifugia in Europa. Grande mossa!
Cosi' si fa col sistema. E in piu' la vita, se si ha coraggio e sfrontatezza, ti fa capitare le coincidenze piu' belle.
Si', perché in quel momento Bernardo Bertolucci si preparava a girare "Novecento", capolavoro,e lui rivestira' la parte del patriarca contadino della bassa parmense Leo Dalco', superando a mio avviso ogni prestazione precedente.
Una parte ricoperta superbamente e che mi lascia attonito, essendo io qui, vicino a quei posti, avendo ascoltato dalla mia famiglia le storie di quella terra, avendola percorsa mille volte in lungo e in largo. Come facesse Hayden ad aver assimilato cosi' bene ambiente, momento storico e spirito di quella gente, ancora mi stupisce. Ed ecco subito dopo apparire il suo secondo libro, "Voyage: a novel".
Stava per compiere 70 anni, che in realtà era un tempo infinitamente piu' lungo se si considera come visse intensamente, e scomparve, in sordina, perché nonostante fosse stato il protagonista di mille storie, forse per i suoi periodi di latitanza nel cinema, o forse, piu' probabile, perche' rifuggiva dagli stucchevoli consessi promozionali di Hollywood, la gente non aveva mai ben memorizzato il suo nome.
Una vita senza clamori e vissuta in modo più che intenso, quindi un grande questo Johnny Guitar ! come uomo prima che come attore.


 
   
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