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SCATTI COL PENNELLO


Di Elena Perra e Corrado Barbieri

 

Ma….con un occhio puntato a Hopper! Infatti appare lampante come ogni artista del pennello dagli anni ‘50 del 900 in poi, non possa sottrarsi al nitido, penetrante ed efficace ritratto della modernità e della sua gente, fissato nella storia da Edward Hopper.
Nicolas Odinet, francese di Sainte Adress, lo aggiorna nella moda, nel look delle persone, meno negli scenari, perché se l’architettura è quella gia’ del terzo millennio, e sono scomparsi i palazzi anni 30/40 a causa della gentrification, la skyline non varia molto da quella degli anni di Hopper.
Dopo aver seguito vari studi e sperimentato attivita’ in altri campi, per quanto piuttosto avanti nella sua vita Odinet approda nel 1997 al suo stile, e lo fa con decisione, con intento preciso.
I suoi contenuti sono “ momenti “, che appartengono ai suoi ricordi, alle sue sensazioni, provate nel suo vagare di viaggiatore e cittadino curioso del mondo. Frammenti che testimoniano e mettono in viva luce - e qui l’artista stupendamente si distanzia in modo netto da Hopper - soprattutto la gioia dell’esistenza, il sentire intenso che ciascuno di noi, in determinati momenti, vive diremmo a pelle, per il semplice fatto di vivere.
E proprio qui e’ il segreto del fascino della pittura di Odinet, cogliere istanti che possono apparire a prima vista banali, ma che, pur nella quotidianita’, si fissano in quanto ricordi, legati al vivere e al sentire di un determinato momento. E chi guarda le sue opere, subito si immedesima in quelle sensazioni, perche’ quasi certamente le ha vissute anche lui, e possono essere nate in uno scorcio assolato di una spiaggia, in una strada al passaggio di una ragazza su cui si è appuntato lo sguardo, al tavolino di un caffè, oppure in un qualsiasi pausa di solitudine in un angolo del mondo, momenti, che sotto la spinta della gioia della vitalità, assumono la consistenza del ricordo.

 
   
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