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THE HOUSE OF RISING SUN
(La casa del sole nascente)  


di Corrado Barbieri


Qualunque trattazione di uno dei brani piu’ struggenti e nei suoi versi piu’ pregnanti apparsi nel secolo scorso inizia con due domande obbligate: qual’ era la casa che ha fornito l’ispirazione per un brano di tale fascino e intensità emotiva? A chi è attribuibile la sua paternità ? 
L’ispirazione, la casa. La prima ipotesi indica che si tratta con tutta probabilità di un bordello, come certi riferimenti fanno capire. Le parole ci dicono subito che la casa e’ a New Orleans, dove tra la fine dell’800 e il 1917 c’era Storyville, il quartiere a luci rosse, dove spesso i bordelli avevano un nome. Un quartiere vasto, frutto del bigottismo americano, per raggruppare e isolare il mestiere piu’ antico del mondo, perché non desse scandalo altrove. Per inciso, fu per la storia della musica una benedizione, un gesto creativo non voluto e senza precedenti. Quasi tutte le case avevano un pianoforte e  sale  per i musicisti, che intrattenevano i clienti. Risultato, un humus dove il jazz e il blues letteralmente crebbero a una velocità inimmaginabile, dove si formo’ quasi tutta la prima generazione dei grandi artisti della musica afro-americana, e dove le composizioni fioccavano quotidianamente. 


Poi, un altro bigotto a sua volta considero’ il quartiere uno  scandalo, e dall’oggi al domani, in un giorno del 1917, lo chiuse, sfrattando puttane, maitresses  e musicisti. Altra benedizione! Fu una diaspora, chi andò a Chicago, chi a New York, chi si mise a vagabondare per tutti gli States, col risultato sia di acquisire nuova linfa creativa e nuovi stili, sia di diffondere la propria musica. In sostanza uscendo da quell’ ambiente, qualche artista avrebbe fatto nascere uno dei tanti  brani musicali, che con facilità iniziò a girare, anonimo, finché ricevette un nome da qualcuno. 
Il brano ( in versione femminile o maschile) parla comunque di donne/ uomini perduti, di sofferenza, di disagio e paura, e quindi potrebbe trattarsi anche di una casa da gioco, o di un semplice pub dove ci si ubriaca. Il musicista Dave Van Ronk affermava invece che fosse un carcere femminile, del quale  aveva  visto una foto in cui era visibile, sullo stipite di una porta, un’immagine stilizzata di un sole nascente. 


 Ma chi scrisse il brano? Il famoso ricercatore e studioso americano Alan Lomax lo fa risalire addirittura al 600, con matrice inglese, chi molto dopo. Altri lo riconducono a un motivo nato nella zona povera americana dei monti Appalachi.  Per certo i primi menestrelli, cantanti blues neri itineranti degli anni Venti, come Leadbelly, lo suonavano e lo registrarono anche. 
Dovettero pero’ passare molti anni, fino al maggio 1964, perche’ la canzone vedesse una vera diffusione. E fu inaspettata e velocissima  .
Protagonista un gruppo inglese, abbastanza anonimo,  e poi proprio grazie a questa interpretazione mitizzato oltre ogni ragione, gli “ Animals”, che ebbero il merito di riscoprirla, modificarla e porgerla in un sound piu’struggente e drammatico, uscendo con un disco singolo a 45 giri.

 


Fu questione di giorni, e i maggiori artisti del momento la scoprirono a loro volta, impreziosendo ulteriormente il sound e dando ulteriore forza alle parole . I primi naturalmente furono i padri del folk Woody Guthrie e Pete Seeger, poi Bob Dylan e, svettando come spesso su tutti, Joan Baetz, che propose la versione piu’ intensa e drammatica. Cosi’ in quegli anni tragici il brano divento’ quasi subito un anti-war song, e come in ogni guerra, le canzoni tristi, che parlano di gente perduta, diventano le  predilette dei soldati. 
Nell’iper capitalista  America, il vizio  di litigare per i diritti di un brano è consuetudine, e  anche The House of Rising Sun è stata al centro di accese e squallide dispute tra coloro che avevano inserito varianti, o cercavano di intestarsi comunque la paternità.
Ma la canzone ha un fascino e una forza nascosta e irresistibile, non ha importanza che a interpretarla siano i grandi artisti, altri, a volte cantanti di strada o personaggi  più oscuri, riescono tuttora a farla emergere con rinnovata drammaticità, un brano in grado di diventare una sorta di infinito motore di emozioni! 

 

TRADUZIONE THE HOUSE OF THE RISING SUN – THE ANIMALS

There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it’s been the ruin of many a poor boy
And God I know I’m one

C’è una casa a New Orleans
la chiamano il sole nascente
ed è stata la rovina di più di un povero ragazzo
e Dio so di essere uno di questi

My mother was a tailor
She sewed my new bluejeans
My father was a gamblin’ man
Down in New Orleans

Mia madre era una sarta
cucì i miei blue jeans nuovi
mio padre era un giocatore d’azzardo
giù a New Orleans

Now the only thing
a gambler needs
Is a suitcase and trunk
And the only time he’s satisfied
Is when he’s on a drunk

Ora, l’unica cosa
di cui ha bisogno un giocatore d’azzardo
è una valigia e un bagagliaio
Ed è soddisfatto
solo quando è ubriaco del tutto

Oh mother tell your children
Not to do what I have done
Spend your lives
in sin and misery
In the House of the Rising Sun

Oh madre di’ ai tuoi figli
di non fare quello che ho fatto io
di non trascorrere la loro vita
nel peccato e nella miseria
nella casa del sole nascente

Well, I got one foot on the platform
The other foot on the train
I’m goin’ back to New Orleans
To wear that ball and chain

Ora, ho un piede sulla banchina
l’altro piede sul treno
sto tornando a New Orleans
per mettermi ai piedi una palla e una catena

Well, there is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it’s been the ruin of many a poor boy
And God I know I’m one

Ebbene, c’è una casa a New Orleans
La chiamano il sole nascente
ed è stata la rovina di più di un povero ragazzo
e Dio, so di essere uno di questi

 

 

 

 

 
   
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