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PRETTY WOMAN




di Corrado Barbieri

Tanti l' hanno definita una bella favola dei nostri tempi ambientata in California, considerazione riduttiva per un film che se visto con occhio sensibile e' più di una semplice storia romantica.
Di certo l'opera segna un breve ritorno a quella commedia romantica andata perduta da molti anni, la prima di una piccola serie interpretata da Julia Roberts, che, vero fulcro di queste opere, debutta con un volto nuovo per gli schermi di tutto il mondo, luminoso, fresco, ritratto di una personalita' disinibita e in grado di focalizzare su di se' tutta l' attenzione del pubblico.
L'equilibrio della pellicola, l'ottima sceneggiatura e il tocco lieve del regista Garry Marshall, che inizialmente era partito con un taglio drammatico poi abbandonato, sono risultati in un grande successo mondiale. Un film, come detto, che e' piu' di una storia prettamente romantica. C'e' infatti in essa l'atmosfera disincantata dei nostri tempi, gia' un mondo caratterizzato dalla brutale venalita' degli incipienti anni 2000, e l'immagine di una California, ma potrei dire di un' America quale e' oggi, urtante nella sua paranoia dell' apparenza, nella sua superficialita' e nelle figure spietate degli squali del terzo millennio. Poi, nascosto, ma palese in chi sa recepire l'intento di chi ha diretto, un tema che si sviluppa lungo l'intera vicenda, quell'eterno rapporto di dare/avere che deve intercorrere in ogni storia d'amore perche' sia tale e non svanisca in un attimo. Edward Lewis (Richard Gere) nella vicenda finisce con l'essere un Pigmalione e Vivian (Julia Roberts) per contro gli fa cambiare orizzonte di vita, da predatore a creatore. All'inizio Vivian aveva raccontato a Edward che da bambina le piaceva immaginare di essere una principessa reclusa salvata da un cavaliere innamorato, e alla fine, quando lui torna a prelevarla, lui le chiede "E ora cosa succede?", "che lei salva lui" risponde Vivian, piccola metafora che si puo' considerare come una morale dell'opera.
La canzone di Roy Orbison, "Oh, Pretty Women", del 1964, e' stata di felice ispirazione per il titolo del film, e la si può ascoltare assieme agli ottimi brani piu' moderni di James Newton Howard che ne costituiscono la colonna sonora.
Ci sono tutti gli ingredienti per uno di quei film che mi piace definire "senza tempo", bello ieri, bello oggi, bello anche domani, forse il risultato più importante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
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