Menu' Vite
 

A POCHI PASSI DALLA LUCE : ROBERT THOMPSON, PILOTA



Di Giorgio Viola

 


La “linea gotica” si è sfaldata: da Rimini al Tirreno, le eterogenee armate alleate inseguono l’esausto Gruppo Armate C tedesco del Generale Vietinghoff-Schell, un fiume di uomini e mezzi in ripiegamento attraverso la pianura Padana, direzione Brennero, incontro alla capitolazione. Il C.N.L. Alta Italia si appresta a decretare l’insurrezione generale e i carri armati dell’8a Armata inglese sono in cammino sulla Via Emilia, verso Bologna, che verrà ufficialmente liberata all’alba del 21 aprile.
Nel bunker della Cancelleria, a Berlino, Adolf Hitler festeggia, in un’atmosfera di allucinata follia, il cinquantaseiesimo compleanno, mentre le avanguardie dell’Armata Rossa sono già nei sobborghi orientali della capitale tedesca e gli americani conquistano Norimberga.

Aeroporto di Pisa S.Giusto: sede del 350th Fighter Group U.S.A.A.F ore 13:15.
Dalla pista principale, decolla una sezione di quattro caccia bombardieri P-47D Thunderbolt del 346th Fighter Squadron, denominazione in codice “Minefield Ivory”, composta da: 1st/lt.Bergeron in coppia con il 1st/lt.Thompson, gregario d’ala e dal 1st/lt.Barton in coppia con il 1st/lt.Floyd. Obiettivo della missione: la cittadina di Vignola, 25 Km a sud-ovest di Bologna, ancora occupata da truppe germaniche.
La formazione serrata raggiunge l’obiettivo alle 14:00. L’attacco viene portato con razzi esplosivi e bombe. Conclusa l’azione, sotto un accurato tiro contraereo tedesco, “Minefield Ivory” prosegue la missione di ricognizione verso la via Emilia separandosi in due coppie.
Thompson a un certo punto avverte via radio Bergeron che nel suo abitacolo è comparso del fumo e che decide quindi per la rotta di rientro; otto miglia a Nord di Vignola, Bergeron vede in una strada secondaria, due carri armati nemici, un breve colloquio via radio con il gregario e procede all’attacco con razzi incendiari. Bergeron compie un passaggio in picchiata su un carro lanciando una salva di razzi, poi chiama via radio il compagno. Thompson dice di esser stato colpito dal tiro contraereo al motore, con conseguente perdita di pressione dell’olio. Senza ulteriori indugi, la formazione si raduna per assistere il compagno in difficoltà.
Dal Rapporto post-volo del lt.Bergeron : “...ho chiamato Thompson chiedendogli se potevamo effettuare una manovra di passaggio sui carri per colpirli senza rischiare. Egli ha risposto che l’odore di benzina in quel momento non era troppo forte, ma che era stato colpito e stava rientrando alla base. Poi ha virato in direzione Sud...”
 Appennino modenese: Latitudine 44° 25’N – Longitudine 10° 58’E. ore 14:30 circa.
E’ un pomeriggio terso e luminoso di un’importante primavera. Siamo nei pressi della Pieve di Trebbio, un’antica Chiesa romanica dell’XI secolo, affacciata all’ardita architettura geologica dei Sassi di Roccamalatina,  pochi chilometri a sud di Vignola.
Un gruppo di ragazzi sta allegramente giocando tra i filari di vite e i campi di erba medica. A un tratto, un cupo rumore di motori aerei in avvicinamento da Nord, direzione Sud-Ovest, catalizza l’attenzione di tutti. Sono quattro caccia argentei, in formazione raccolta, uno di essi traccia in cielo una lunga scia di fumo bianco, segno inequivocabile di problemi meccanici. Giunti sulla verticale dell’antica Pieve, il velivolo in avaria compie una virata di 270° e identificato uno spiazzo sufficientemente ampio, si appresta ad un atterraggio di fortuna con il carrello retratto.
I giovani spettatori si radunano al riparo di un ampio fossato, seguendo ipnotizzati l’evolversi della situazione.
Con il motore a regime minimo, il velivolo tocca terra su una vigna disegnando un’ampia traccia di filari abbattuti. Il pesante caccia sembra destinato ad esaurire la sua folle corsa ragionevolmente indenne, ma accade l’imprevisto. Sulla traiettoria si para una robusta pianta di ciliegio : la radice dell’ala sinistra impatta con violenza l’albero, con lo schianto di un tuono, e l’aereo compie una repentina rotazione a sinistra prima di arrestarsi.
Nel silenzio che segue, i cinque ragazzi accorrono istintivamente verso il relitto, sulla fiancata una grande stella bianca in campo blu, colori e simboli ormai famigliari di una nuova pagina di Storia.
Nel frattempo l’aereo di Bergeron, protetto dalla coppia in quota, compie una serie di bassissimi sorvoli, cercando di intravedere un gesto di vita del compagno caduto. Accorre un contadino del luogo, Ettore Pedroni. Consapevole dei terribili pericoli che i ragazzi stanno correndo, tra il frastuono dei motori urla al giovane figlio di salire in casa, poi, a pochi metri dall’aereo, sventola freneticamente  un asciugamani bianco in direzione degli aerei in cielo, che nulla possono fare se non registrare le coordinate di caduta e far rotta  Sud – Ovest, verso Pisa.
Pochi minuti dopo, giungono due soldati tedeschi del locale presidio, aprono rapidamente il tettuccio di plexiglass ed estraggono il pilota esanime. Appare subito chiaro che il giovane pilota è morto. La mancanza di ferite sul corpo fanno pensare a fatali lesioni interne dovute al duro impatto.
Ai testimoni appare un pilota col viso da ragazzo e le mani delicate, ben diverse da quelle di chi, ogni giorno, in pace o in guerra, coltiva i campi. In un taschino della tuta, è custodito il piastrino personale, che reca la scritta tenente Robert G. Thompson e il numero matricolare.
Da un altro comparto della combinazione di volo, viene estratto un piastrino di bachelite verde, con un’iscrizione in diverse lingue, sopra il quale è richiesto, in caso di morte del pilota, di sotterrare il corpo nei pressi del velivolo onde facilitarne il ritrovamento.
Compiuta la pietosa opera, i due soldati tedeschi si allontanano, trattenendo gli effetti personali dello sfortunato aviatore. Viene severamente  intimato ai civili del luogo di stare alla larga, gli artificieri sarebbero tornati l’indomani per minare il relitto. Ma gli eventi incalzano, l’orologio della Storia avanza inesorabile verso la liberazione.
Nella notte viene smontato tutto il materiale riutilizzabile, armi, munizioni, carburante, che diverranno strumenti nelle mani dei partigiani, in piena offensiva.  Col tempo poi, alluminio, gomma e acciaio, diverranno ingegnosi utensili e tegami da cucina per generazioni intere di famiglie del luogo.
Con la partenza del presidio tedesco, il corpo del pilota viene spostato e sepolto dai contadini del luogo nel piccolo cimitero della Pieve Romanica. Il 21 Luglio 1945 il pilota sara’ trasferito, ad opera del QMC dell’US Army, al cimitero americano di Castelfiorentino. Successivamente, nel novembre del 1947, per volere della famiglia verra’ rimpatriato negli Stati Uniti, dove tuttora riposa, al cimitero municipale di New Vienna, contea di Clinton, stato dell’Ohio. Per il suo sacrificio, al tenente Robert G.”Pete”Thompson, fu conferita la “Silver Star”alla Memoria.
 Il ricordo:
Il 25 Aprile 1946, in occasione del primo anniversario della Liberazione, il popolo di Pieve di Trebbio, con una sottoscrizione volontaria, erigera’ sul luogo della tragedia un cippo marmoreo in ricordo del giovane pilota americano.                   

Robert  Thompson
ventitreenne tenente pilota  americano
messaggero di libertà e di pace
disceso dal cielo in questa terra amica
e qui spirò il 20 Aprile 1945
Pieve di Trebbio
con amore di madre
ne raccolse le spoglie mortali
il ricordo su questo marmo

25 Aprile 1946

Parole semplici e affettuose, frutto della delicata sensibilità di Ettore Pedroni, poeta-contadino del luogo.

 
   
  scrivi a info@corradobarbieri.com