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ORIZZONTE PERDUTO





di Vincenzo Grande

Quando un'opera cinematografica ha ottant'anni e coinvolge lo spettatore trasmettendogli sensazioni forti come il senso di mistero per tutta la durata del film e un' intensa aspettativa per la conclusione, credo si possa definire senza ombra di dubbio un'opera d'arte. E' il caso, piuttosto raro in tale misura , del film del 1937 del grande regista Frank Capra," Lost Orizon ", Orizzonte perduto in Italia. Una storia fantastica e avventurosa che a quei tempi deve aver sorpreso e sconvolto un gran numero di persone. Ispirata al romanzo omonimo del 1933 di James Hilton e ad un episodio vero di smarrimento tra le montagne dell'Himalaya. Si tratta della leggenda di Shangri-La, la mitica terra della felicita', dove guerra, avidita', invidia e ogni prevaricazione sono sconosciuti, una terra che e' una valle nascosta tra le vette dell'Himalaya : li', miracolosamente, gli abitanti possono vivere un'esistenza lunghissima, anche 200 anni, come il capo della comunita', il Grande Saggio, in una condizione psicologica di assoluta serenita' grazie all'accettazione di comune volonta' della tolleranza e della moderazione come fondamentali regole di vita.
Anche la vicenda si svolge nel 1937. Mentre una violenta rivolta infiamma una regione della Cina, l' ultimo aereo sta decollando per portare al sicuro un'eterogenea compagnia di occidentali, tra cui lo scrittore e militare Robert Conway ( Ronald Colman), il piu' giovane fratello George, un paleontologo di mome Lovett, l'affarista in cattive acque Henry Barnard e Gloria Stone, una ragazza malata e senza speranza.
L'aereo e' in volo, e mentre si delineano i caratteri e le idee dei personaggi presenti, essi si accorgono che la rotta non e' quella prevista, e ai comandi vi e' un misterioso pilota che conduce l'aereo tra le nevi perenni delle montagne piu' alte e impervie del mondo, dove sara' costretto ad un atterraggio forzato.
A questo punto appare un certo Chang, che si offre di condurre la compagnia in una valle isolata e solitaria chiamata Shangri-La, dove si trova una città' sconosciuta all'esterno, un'oasi di pace fondata due secoli prima da un missionario belga con l' utopico intento, realizzato, di creare un luogo assolutamente all'opposto di come e' il mondo, dove pace, serenita' e tranquillita' consentono di vivere molto a lungo.
E qui interessante e' il primo impatto tra coloro che pur condividendo un mondo simile ne provano paura, tra chi e' attratto dall'utopia e chi si sente invece in ogni caso prigioniero di una valle da dove in pratica e' quasi impossibile uscirne. Lo scenario naturale e' splendido, sul fondo della valle vi e' un'eterna primavera, e l'atmosfera che regna tra gli abitanti invita a non distaccarsi dal luogo.
L' umana natura, specie dell' uomo occidentale, pero' non procede secondo questi canoni, e mentre Robert inizia ad ambientarsi e sentirsi felice, nonche' ad avere la prospettiva di una lunga esistenza, il fratello George sente di dover tornare nel mondo che ha vissuto, che tutto sara' fuorche' perfetto, ma, e questo il regista non lo evidenzia, con le pulsioni che rendono vivo un essere umano. Una riflessione inevitabile.
Da un punto di vista prettamente tecnico, il film fu un'impresa senza precedenti, con un costo esorbitante che pote' essere coperto solo dopo anni. Si pensi solo al fatto che Capra volle che la neve fosse vera, ottenuta con impianti di refrigerazione e macchine in grado di creare anche le valanghe! Gli edifici dovevano essere avveniristici, in realta' lo saranno solo per i parametri europei, perche' negli Stati Uniti, specie in California, certe linee architettoniche erano gia' in voga e cio' riservo' qualche critica al regista.
Gli scenari erano comunque assolutamente inusitati per quei tempi, atti a creare un'atmosfera irreale e soprattutto a trasmetterla a quel pubblico che gia' sarebbe rimasto polarizzato dalle trovate e dagli effetti creati da Capra, nonche'
dalle frequenti sorprese : Robert/Colman scoprira' infatti di non essere li' per caso, ma che il Grande Saggio, prossimo alla morte con i suoi duecento anni, ha letto i suoi libri e ha trovato che la filosofia di vita di cui sono impregnati potrebbero fare di lui il suo successore.
L' atmosfera di tranquillita' a Shangri-La tuttavia si rompera' presto per i protagonisti. George, il fratello di Robert, si e' innamorato di Anna, bellissima ragazza incontrata sul posto, che preme per uscire da quell'isolamento/ prigione, quanto a George stesso, si e' visto che da uomo moderno non riuscirebbe ad adattarsi ad alcun prezzo in un mondo idilliaco quanto grigio, privo di stimoli e semi-segregato. I due decidono cosi' di uscire dalla valle attraversando la barriera di montagne che la racchiude, ma non sanno che la longevita' funziona solo a Shangri-La, e una volta varcata la fatidica barriera ognuno torna nel proprio stato. Mentre sta per affrontare le cime piu' difficili, George ( e gli spettatori ) resteranno orripilati dal volto di Anna, che si trasforma improvvisamente in quello di una settantenne, prossima alla morte per la fatica, fatto che condurra' al suicidio George.
Robert, per quanto ormai convinto di avere trovato la felicita' con l' amata compagna Sondra, nata a Shangri-La, non vuole pero' lasciare solo il fratello, e si getta in un inseguimento senza esito. Ormai e' fuori dalla valle e la vita del mondo lo risucchierebbe se non avesse il richiamo di quella indimenticabile valle tra le montagne e il ricordo di Sondra, che finiranno col prevalere rimettendolo in cerca di Shangri-La. Una ricerca lunga e rischiosa che pero' viene coronata da successo e Robert ritrovera' la magica citta'.
La pellicola subi' nel tempo tagli e danneggiamenti, e grazie a youtube possiamo avere due finali diversi, quello oggi ufficiale sulle versioni in dvd, dove Colman/Robert intravede finalmente Shangri-La al termine della sua estenuante ricerca e un altro, tagliato nel tempo, in cui Sondra lo avvista da lontano tra la neve e i due possono riabbracciarsi .
Il film " The lost Horizon " e' stato splendidamente restaurato in bianco e nero, un' opera di quasi un secolo fa che lascia col fiato sospeso, una fiction tra filosofia e surreale che ancora affascina per le suggestioni che e' in grado di suscitare.








 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
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