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INTERVISTA POSTUMA CON MARILYN MONROE




Di Umberto Pellicci



Marilyn, diva dello schermo negli anni della Pop-Art e della beat Generation, musa di Andy Warhol, regina di cuori e dei nostri sogni al maschile, continua a sollecitare reazioni emotive e sessuali, a dispetto del tempo, che la isola, la allontana, ma che non sembra refrattario.
Figlia illegittima di una ragazza psico-labile, cresciuta in orfanotrofio, pin-up di terz'ordine per calendari e sui manifesti. Quindi, attrice di successo in “Niagara”, “Gli uomini preferiscono le bionde”, “Fermata d'autobus”, “A qualcuno piace caldo”, “Il principe e la ballerina”, “Gli spostati”. Ed ancora: moglie inquieta, amante insoddisfatta, oscena, viziosa, e omosessuale (a detta di Liz Taylor); sciara di fuoco per alcuni, e frigida per altri; resta comunque, e nonostante tutto, il sex-symbol per antonomasia di quell' epoca, la donna violino, lo Stradivari della seduzione, uno strumento (lei), secondo Norman Mailer, in grado di esprimere, di dare voce, sia al dolore che alla passione, cioè ad una sorta di erotismo disperato.
“Il giudizio di Mailer mi turba e mi lusinga” dichiara la Monroe.
“Tuttavia, Norman non è l'unico, purtroppo, che abbia tentato di analizzare i miei impulsi psico-sessuali”.

E' stato anche detto che Marilyn era una bambina che sapeva crescere dentro il suo mito.
“Non sono una psicologa, e quindi non riesco a spiegarmi come sia finita nell'inconscio della gente”.

Lasciamo perdere Freud, e parliamo di lei, della diva.
“Un'attrice, si sa, appartiene al pubblico; ed io, per il pubblico, ero considerata una bambola di carne, il classico oggetto del desiderio”.

E nella sfera privata?
“Gli uomini mi tenevano in gabbia, alla stregua di un animale, a cui era permesso soltanto di fare sesso”.

Non è più verosimile, che sia stata lei a servirsi degli uomini?
“Talvolta li ho usati per necessità, non per capriccio, e neppure per sfogare le mie voglie”.

Potrebbe chiarire cosa intende per necessità?
“Se vuoi diventare una star” confessa Marilyn, dando l'avvio al rosario dei ricordi, “devi essere disposta ad infilarti dotto le coperte. I produttori non comprano niente a scatola chiusa, pretendono di assaggiare la merce. Fa parte del lavoro. Non è una tragedia”.

Ci racconti la sua infanzia
“Preferirei dimenticarla: a sei anni fui violentata dal tutore a cui mi avevano affidata. Sono stata in orfanotrofio. E per un certo periodo di tempo ho vissuto in una famiglia di sette persone; facevamo il bagno una volta la settimana, la domenica, nello stesso mastello d'acqua, ed io ero sempre l'ultima ad entrarci”.

E sua madre?
“Soffriva di nervi. Tra noi non ci sono mai stati dei veri rapporti. Poi venne ricoverata in clinica, la vedevo assai di rado, per me era semplicemente la donna dai capelli rossi”.

Quando ha iniziato a recitare?
“Prima che con la bocca, ho parlato con il corpo. Hollywood si accorse di me, per un servizio fotografico che mi fecero”.

Nessun pentimento insomma
“Spero di mostrare il mio corpo finché potrò farlo, in modo da indurre la gente a voltarsi al mio passaggio”.

La sua insegnante di recitazione, Natasha Lytess, ha riferito, che sovente si aggirava nuda per casa e nei camerini degli studios: a quanto pare, senza vestiti addosso era più sicura e tranquilla?
“Fin da bambina, lo ammetto, ho cercato di sedurre la gente, di attirare la loro attenzione. In effetti, l'essere guardata e ammirata mi fa sentire meno sola”.

Una volta ha dichiarato che un bracciale esotico o una collana troppo appariscente, sono delle distrazioni pericolose. Non le sembra di contraddirsi?
“La donna deve essere apprezzata per le sue doti, per i gioielli che le ha regalato la natura: il fascino, l'intelligenza, la femminilità, e non per ciò che può comprare”.

Quale dieta ha seguito per mantenersi così in forma?
“Psicofarmaci e champagne. Ma non la consiglierei per la salute”.

Ci sveli il segreto della sua celebre andatura da moto-natica
“E' semplice, tenendo uno dei tacchi a spillo un po' più basso dell'altro”.

Lei, che per anni ha incarnato i sogni proibiti dell'americano medio, come giudica il sesso?
“Non è pericoloso. Anzi, lo trovo dolce, buffo, divertente”.

Si dice che non abbia mai usato il pigiama
“Ho sempre dormito soltanto con il reggiseno, per compensare il fatto di non portarlo durante il giorno”.

E le mutandine?
“Di solito le lascio in frigorifero: a letto fa caldo, e mi sento di impaccio”.

Che opinione ha degli uomini?
“Hanno cominciato a baciarmi, a stringermi, e a frugarmi nel sesso, da quando ero piccola e mi tenevano in braccio”.

Quindi li detesta ?
“Al contrario ci apprezziamo reciprocamente per il motivo che siamo maschio e femmina”.

Con le donne ?
“Dopo i quattordici anni ho avuto il potere di innervosirle”.

Deve riconoscere che madre natura è stata generosa con lei
“Non posso negarlo, però non bastano certi attributi a renderti felice. Non sono che una donna a metà”

Si spieghi meglio
“Ad essere sincera non sono mai riuscita a concedermi a nessuno in modo completo. Il mio cuore è rimasto vuoto”.

Come mai si iscrisse ai corsi di recitazione dell'Actor's Studios, quando era già considerata una diva?
“Avevo visto i miei film. Volevo essere un'attrice, non uno scherzo erotico”.

Chi sono le persone, che, nel bene e nel male, hanno segnato la sua vita?
“Non dimentico i Kennedy. Mi hanno usata a piacimento, e poi sono stata buttata come una vecchia gomma di automobile”.

E riguardo ai mariti?
“Joe Di Maggio posso dire che era un amante perfetto. Mi resi conto tuttavia che non poteva darmi altro" .

E Arthur Miller?
“Ho perdonato le sue cattiverie, però è difficile cancellarle dalla memoria. Lo incontrai ad un party. Me ne stavo in un angolo, annoiandomi mortalmente, intorno gli altri danzavano e bevevano, qualcuno ogni tanto si avvicinava e mi chiedeva di ballare, ma io rifiutavo. A un certo punto, giunse un tipo magro con gli occhiali, si sedette accanto a me sul divano, iniziò a parlare e a massaggiarmi le caviglie. Lo lasciai fare, ero in trance, non mi stancavo di ascoltarlo: fu come bere una bibita ghiacciata con la febbre alta".

Quale è il film che le ha dato maggior soddisfazioni?
“Penso che sia" Quando la moglie è in vacanza" di Billy Wilder.
Non riesco a dimenticare la scena della metropolitana. C'erano almeno duemila persone che mi guardavano, e ogni volta che il vento del metrò mi sollevava la gonna, mi sembrava di ricevere una carezza”.

L'immagine di Marilyn con le sottane alzate dal getto d'aria della metropolitana fece da stereotipo per copertine e manifesti, e venne replicata in milioni di copie, come simbolo della Vamp biondo-platino, sensuale e trasgressiva. Non tutti però ricordano che il regista del film, Billy Wilder, fu costretto dalla censura a tagliare alcuni metri di pellicola con la celebre scena, considerata per quell'epoca troppo hard.

 
   
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