Nessuna epoca nel cinema potra’ mai eguagliare il “ ventennio d’oro “, 1950/1970 più o meno, un’ epoca popolata a Hollywood da geni, grandi e piccoli, in tutte le posizioni, produttori,registi, autori, sceneggiatori. Quella generazione, in gran parte composta da ebrei americani, in grado sia di volare con la fantasia e la creazione , sia di centrare perfettamente il sentire del pubblico dell’epoca, sostanzialmente romantico.
Gente in grado di coniugare storie tutto sommato semplici con eventi storici di contorno, o con trovate sceniche irripetibili anche fino ad oggi, di abbinare tra gli attori personalità esuberanti, accattivanti, magari in totale contrasto caratteriale per forgiare, come può accadere dall’impasto di una scultura, una creazione inusitata.
Poi ci sono gli attori dell’epoca : tutto infatti avviene prima che l’Actor Studio appiattisca l’intero mondo cinematografico, creando impiegati…Tanti sono in quel momento i talenti naturali - va da se’ ciascuno col suo bagaglio di esperienze recitative - ma fondamentalmente dotati dell’arma delle loro forti personalità. E allora basta una semplice somma per capire la magia che e’ il prodotto finale : autori, registi, produttori geniali, più star, non quelle stereotipate fino al ridicolo dei decenni precedenti, ma quelle “ moderne”. E’ il 1952, siamo ormai entrati in piena era atomica.
Parte già il titolo, “ Wordl in his Arms”, da vicenda romantica, ma che si svolge sullo sfondo di quella realmente accaduta della vendita dell’Alaska agli Stati Uniti da parte della Russia, della caccia alle foche da pelliccia che sta già impoverendo una specie, e della meraviglia - per gli appassionati di vela e di mare- dei clipper dell’epoca, navi veloci, belle, affascinanti, dove gli “ skipper “ la facevano da padroni e ne erano gli eroi!
Siamo nel 1850 circa, lo skipper e’ il Capitano Jonathan Clark ( Gregory Peck ) detto “ Il Bostoniano “, avventuriero coraggioso, spesso rissoso, ma gentiluomo quanto basta per far strage di donne in una San Francisco che stava nascendo impetuosamente, tra businnes, divertimento e anarchia.
Tornato dalla caccia alle foche nelle Pribilof, lontane e fredde isole in mani russe, Jonathan Clark si arricchisce avendo le stive della sua “ Pilgrim of Salem” piene di pelli di foche, e proponendo a riccastri locali nientemeno che l’acquisto per 10 milioni di dollari dell’Alaska, in cattive acque per la gestione russa.
E qui si inseriscono gli ingredienti che i maestri della Hollywood anni 50 sanno perfettamente usare : l’ ironia ( un esuberante messicano, tra il faceto e il disonesto, meravigliosamente interpretato da Antony Quinn), il fascino femminile, rappresentato dalla da noi poco conosciuta star Ann Blyth, nella parte di una principessa russa, e una pletora di simpatici personaggi tra cui il Profeta( John MacIntire) e un inuit, primitivo uomo d’azione di Clark che gli risolverà pericolose situazioni.
Per la sorte, la sofisticata principessa russa e il quasi pirata Clark, esseri opposti, non possono che innamorarsi perdutamente. Ma il principe pretendente, delegato dello Zar, giunge a rapirla e la riporta in Alaska . E’ qui che avviene ciò che fornisce alla pellicola la valenza scenica. Jonathan Clark e il Messicano concordano di dirigere alle Pribilof, ciascuno con i suoi fini, giocandosi le imbarcazioni in una corsa oceanica a vela che sarebbe abbastanza ardua anche oggi concepire.
Ma i clipper dell’epoca sono di per se’ imbarcazioni affascinanti, dotate di un corredo di vele forse oggi inconcepibile, e filmate in una tratta di oceano Pacifico ventosissima, con un mare blu intenso, fanno si’ che sia impossibile non restare legati allo schermo, assistendo alla fine al sorpasso/vittoria da parte della Pilgrim di Clark.
Con i russi le vicende si faranno violente quanto fantastiche, ma si è detto che è un film romantico, e alla fine Jonathan Clark- Gregory Peck si ricongiunge alla principessa russa come in una favola .
Il clipper sfreccia al suo ritorno sull’oceano al chiaro di luna, Clark e’ al timone, con il mondo, Ann Blyth, tra le braccia ! il Messicano tenta di sapere interrompendolo se la vendita dell’Alaska e’ stata poi perfezionata ( e lo fu storicamente ), ma Jonathan ha altro per la testa…
Bellissima la musica epica e incalzante di Frank Skinner che percorre tutto il film ma che, aumentando di volume, ci entusiasma nella fase della regata.
Magici anni ‘50 !