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MIO MAO



di Corrado Barbieri

 

E' con questo nome, con cui lo conobbi, che mi piace trattare di un personaggio, animale umanizzato, simpatico, piacevolissimo e importante nella storia dei comics/cartoon. In effetti non ho mai digerito che il grande Disney abbia identificato i cattivi di quasi tutte le sue opere con l'animale a mio avviso più straordinario e amato dagli uomini, il gatto. E quando lo ha trattato diversamente è stato sempre dandogli un tratto di malizia, un po' da Medioevo...
Beh, Walt aveva per forza bisogno di un antagonista di Topolino e fin dall'inizio dovette trovarlo obbligatoriamente nel gatto, che poi in qualche anno si materializzò nel manigoldo Gambadilegno.
Ma qualcuno lo aveva preceduto di parecchi anni inventando Felix the Cat. Era il 1919 e Otto Messmer e Pat Sullivan crearono per il cinema muto un personaggio vispo, simpatico, inventivo, un gatto nero di nome Felix, che ebbe un enorme successo, inserendosi tra le novità di quegli anni in cui stava per esplodere il fenomeno degli animali antropomorfi, nati parecchio tempo prima nelle fiabe di fine Ottocento ad opera del grande Lewis Carroll e della meno fantasiosa ma sempre importante progenitrice di questo tipo di personaggi, Beatrix Potter.

Doveva giungere però l'evento più traumatico e fondamentale per il cinema, il sonoro, che distrusse non pochi attori e attrici dalla pronuncia o dalla voce non proprio perfetta e tarpò le ali a Felix come protagonista dei cartoon. Messmer ci restò così male che non diede mai una voce al gatto, e quando dopo anni, nel 1933, si decise, morì prima di farlo. Dal 1923 però Felix stava già girando il mondo, apparendo in Inghilterra e in Italia sul "Corriere dei Piccoli" col nome Mio Mao, azzeccatissimo e più dolce di Felix, perché, chi non si è fatto intenerire dal miagolio dei gatti? Chi non gioisce quando attraverso quello "dialoga" col proprio micio?!
Poi, nonostante l'affermarsi prepotente dei personaggi e delle opere Disney dalla fine degli anni Venti e per tutti i Trenta, Felix/ Mio Mao continuò ad essere pubblicato sulle strisce, ad essere conosciuto e amato in tutto il mondo, dove grandi e piccoli leggevano le sue storie brevi, dinamiche e divertenti, dove il gatto nero deliziava il pubblico superando guai ed ostacoli di ogni tipo. Sarebbe diventato una figura universale, riprodotta in mille occasioni, perfino sui musi degli aerei da combattimento della seconda guerra mondiale, di entrambi i contendenti.

Il "Corriere dei Piccoli" pubblicò le splendide storie di Mio Mao per tutti gli anni Trenta, su una pagina intera, mentre in America apparvero le sue storie anche nei leggendari Big Little Books, gioia dei collezionisti di allora e di oggi.
Negli anni Cinquanta Joe Oriolo trasformerà i tratti espressivi di Felix per adattarlo a programmi televisivi per bambini, ma noi preferiamo godercelo come Mio Mao, nei colori tenui e affascinanti che lo riproducevano su quel capolavoro di periodico che era per i più piccoli il "Corrierino".



 
   
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