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UN MERCOLEDI' DA LEONI

di John Milius (Big Wednesday) con Jan-Michael Vincent, William Katt, Gary Busey

di Corrado Barbieri


“La grande mareggiata da sud, estate 1962. Dei tempi passati ricordo un vento che soffiava attraverso i canyon.
Era un vento caldo chiamato Santana che portava con sé il profumo di terre tropicali. Aumentava d’intensità prima del tramonto e sferzava il promontorio... io e i miei amici spesso dormivamo in macchina sulla spiaggia e il rumore del mare ci svegliava e così all’alba sapevamo già che sarebbe stata per noi una grande giornata".

Di tutti i film dedicati alle problematiche giovanili e al periodo degli anni '50/60, il più intenso e struggente è quello apparso in Italia come "Un mercoledì da leoni", diventato un classico, ad opera della mano inconfondibile di John Milius.
Le mareggiate, cavalcate con il surfing da tre amici, scandiscono il tempo della vita. Atmosfere dorate e spensierate dei diciotto anni alla fine degli anni ‘50/inizio ‘60 svaniscono nei terribili anni della guerra in Vietnam e delle rivolte giovanili.
Tre personalità diverse, unite dalla giovinezza e dalla passione per il surfing, si affacciano ai primi amori, misurano se stessi e il mondo che li circonda in una California paradisiaca, in cui echeggiano le note del primo rock e di struggenti canzoni da ballare nell'intimità delle feste dell'epoca. Fin dall'inizio il trio di amici vede affiancarsi la figura, forse la più bella del film, di Bear, più maturo, più esperto surfer, che della vita ha già ricevuto le prime avvisaglie della durezza, una sorta di mentore discreto, di fratello maggiore che già li avverte dei passaggi di età, destinati a trasformare gli stati d'animo gioiosi dei teens in più cupi momenti di vita, segnati dalla sofferenza, dalla depressione, dal dolore per la scomparsa degli amici.
E la nostalgia si inserisce ben presto nelle loro vite, per quei momenti felici, che ormai sembrano lontani, allontanati dalla tragedia della guerra e dalla necessità di trovare il proprio posto nella vita.
"Le estati passavano rapidamente e spesso non lasciavano traccia. Forse ricordo meglio l'autunno e le altre stagioni. Allora l'acqua diventava fredda e segnava il cambio di stagione. Ed era il momento che spesso ci trovava soli".
Le violente mareggiate, le onde gigantesche come metafore della vita di ciascuno, dopo la tempesta del Vietnam.
I tre amici si ritroveranno, cambiati, ma non nel collante dell'amicizia e dei ricordi. E in una finale, epica impresa sulle onde della più grande mareggiata vista da anni, seguiti dalla spiaggia dall'occhio preoccupato e nostalgico di Bear, capiranno che quella è l'ultima impresa di coraggiosi surfer che la vita ha loro riservato.
I tre si accomiatano ancora una volta, andando ciascuno verso la propria vita.
La scena sfuma in un tramonto da brivido, e mentre scorrono i titoli di coda, si può ascoltare il toccante brano " The three friends".
"...we were friends in younger days...".
Un film da rivedere almeno una volta all'anno, per riprovare quelle sensazioni che solo i vent'anni possono riservare.

 

 

 

 
   
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