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KENTON NELSON : UN’ AMERICA PERENNEMENTE GIOVANE



di Corrado Barbieri

 


Era piu' che ovvio che, specie negli Stati Uniti, i pittori che si ispirassero a Edward Hopper ( vedi in questa sezione ) diventassero una folta schiera. Aver riprodotto per primo i silenzi, la solitudine, la routine, l'incomunicabilita', lo spirito e le immagini della modernita' e per giunta con uno stile assolutamente personale e' stato il potente, vero motore delle sensazioni che il grande pittore americano ha regalato a tutti noi occidentali nati nella seconda metà del 900 e vissuti nel passaggio del millennio, un dono evidentemente riservato anche a tutte le generazioni successive.
Kenton Nelson, nato e cresciuto a Los Angeles, nipote di un celebre autore messicano di murales, pur ispirato all'essenza delle opere e dello stile di Hopper, ne ha spostato l'ottica, gli ambienti, dalle citta' alle contee, dalle strade dei centri cittadini a quelle delle periferie e delle campagne dell'immensa " middle America", usando un tono piu’ ottimistico. Le solitudini, la routine in quei contesti sono attenuate, addolcite dalla tranquillita' della provincia e dalle attività più piacevoli del tempo libero. La presenza di temi giovanili, assente in Hopper, e tipica degli anni 40/50, da'spesso alle scene di Nelson un' atmosfera gioiosa, rappresentata da compagnie giovanili, da momenti di svago e di serenita', e anche da dettagli delle moda del tempo, su cui l'artista insiste volentieri. Il tutto immerso nella luce, caratteristica che fornisce ai momenti di vita quotidiana un' inedita suggestione.
Forse Hopper non avrebbe immaginato, nel suo stile unico e solitario, che dopo qualche anno i suoi dipinti avrebbero dato vita a una scuola che si e' estesa oltre i confini americani e che continua con forza a trasmettere quelle sensazioni che lui per primo ha iniziato a dispensare a noi degli anni Duemila.






 

 



 
   
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