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IL GENIO
Riflessioni alla fine dell’anno 2020


Di Giorgio Viola



“ Per quante scoperte si siano fatte nelle regioni dell’egoismo, vi sono ancora molte terre sconosciute “
( François de La Rochefoucauld)

Ingmar Bergman è universalmente riconosciuto come il genio assoluto del cinema d'introspezione. Regista cinematografico e drammaturgo teatrale svedese, con le sue opere ha di fatto creato il paradigma di riferimento dell'arte cinematografica del XX secolo. Eppure...perchè un “eppure” si presenta sempre...chi lo ha conosciuto, dal punto di vista strettamente umano, lo ha descritto come l'uomo più egocentrico, arrogante, tirannico, iracondo, rancoroso e invidioso del talento altrui. Anaffettivo a tal punto da non essersi mai occupato dei suoi sei figli, avuti da innumerevoli storie “sentimentali”, con uno stuolo innumerevole di donne adoranti. E' noto che in una sua intervista...descrivendo appunto il suo scarso amore verso l'istituzione famigliare...disse di aver avuto quattro figli...quando, al momento dell'intervista ne aveva cinque! Un viatico “eccezionale” per il sesto, che arrivò qualche tempo dopo.
Vero e proprio erotomane, era “incapace” di non voler possedere qualunque donna che venisse a contatto con la sua arte sublime. Per tutta la vita si nutrì di yogurt svedesi e biscotti secchi marca
“Marie”, per tutta la vita fu tormentato da ulcere gastriche e problemi intestinali e finì con il morire straordinariamente solo, seppur cinto dall'alloro della sua straordinaria opera artistica!

Negli ultimi anni di vita (morì quasi novantenne) chiedeva sovente alla sua governante un gesto di affetto fisico...nulla di sconveniente...ma alla fine del pasto, gradiva un massaggio sulle spalle per pochi minuti, fino al fatidico:<<basta così...grazie.>>...così... fino alla fine dei suoi giorni terreni. 

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La stragrante maggioranza delle personalità intervistate, dai capi di stato alle grandi stars del firmamento cinematografico, di fronte al paradosso di sensibilità artistica e mostruosità umana, hanno sempre espresso un concetto, a mio modo di vedere, abberrante. In sintesi, il GENIO, si esprime, nella sua forma completa...sempre ed immancabilmente...attraverso una forma assoluta di tirannia umana, fatta di una profonda mancanza di empatia, sodalizio e comprensione con i propri simili...senza questa “forma mentis”! il GENIO non sarebbe libero di esprimersi!
Ne sarebbe prova il GENIO di Picasso, Von Karajan, Michelangelo, Henry Ford, Thomas Edison e tanti ancora.
Eppure.... il GENIO ha passato la sua mano fatata sul capo di Raffaello, Ghandi, Martin Luther King, Claudio Abbado e Dante Alighieri che...dell'empatia, della sensibilità umana e dell'umana comprensione hanno colorato la loro esistenza terrena.
Dicono che il miglior medico è quello che non si lascia fuorviare dai sentimenti umani...IO NON LO CREDO...il medico che riesce a “partecipare” emotivamente, a partità di capacità professionale, è un medico che vale doppio!!
Oggi nel mondo si viene licenziati...o meglio...come si dice ora, “disconnessi”. A certi livelli aziendali, i datori ingaggiano “pscicologi” che si guadagnano il pane (a partita IVA) cercando di convincere i “morituri”che al loro posto di lavoro ci tenevano...di <<non farne un caso personale>>...<< che le regole del mercato...>>..<< ..che altre opportunità sono in attesa per chi si “rimette in gioco”..>>.
 
   
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