Menu' Musica
 

JULIETTE GRECO, INDIMENTICABILE VOCE D'AUTORE



di Maria Giulia Baiocchi



Che sia una donna eccezionale, Juliette Gréco lo dimostra ancora oggi, gennaio 2016, con la sua vitalità di splendida ottantanovenne che ha conservato la grinta della giovane di un tempo.
Del suo volto bello, tragico e intenso colpiscono gli occhi, profondi come misteriosi laghi sotterranei, cupi e indecifrabili, sottolineati dal trucco pesante che li rende ancora più impenetrabili. È la sua anima a emergere dallo sguardo ardente, quel misto di sfrontatezza, voglia di rompere le regole comuni e di inventarsi mille volte al giorno, sempre diversa e inafferrabile.
Questo suo gioco dell’esserci ma senza mai darne la certezza a chi le viveva accanto glielo suggerì la vita che si rivelò subito dura e difficile, con quel padre assente e la madre che si animava nel raccontarle che l’aveva comprata dagli zingari. L’infanzia, toccata dalla miseria e trascorsa dai nonni materni, sfociò in un’adolescenza e prima giovinezza segnata dalla guerra e dai patimenti.
Come il bruco che si trasforma in una splendida farfalla, Juliette emerse dalla sua crisalide e, in una Parigi liberata, splendida giovane donna e accanita bohèmienne, divenne la musa ispiratrice degli esistenzialisti.
In una folle corsa attraverso la vita che la ghermiva con gli amori, la sete di successo, la voglia di popolarità, Juliette divenne un mito, come attrice e come cantante, con quella sua voce calda e voluttuosa, la figura sottile, i capelli corvini e il volto dai tratti sensuali.
Così la Gréco ha attraversato l’esistenza, bruciandola con il fuoco che alimentava il suo essere donna e femmina, fatale incontro e scontro anche per chi la conobbe e amò.

Come accadde, nel 1949, al celebre trombettista Miles Davis; egli fu travolto dalla passione per Juliette tanto che cadde in depressione per aver dovuto troncare sul nascere una relazione così intensa e struggente. Si è detto e scritto molto delle sue relazioni, dei suoi tre matrimoni, il primo con l’attore Philippe Lemaire, il secondo con un altro attore, Micheal Piccoli, e infine il terzo, che dal 1988 dura a tutt’oggi, con il pianista Gérard Jouannest. Ma la Gréco fu prima di tutto artista, attrice perfetta nell’indimenticabile saga di Belfagor – Il fantasma del Louvre, ancora nel cuore di chi vide i vari episodi trasmessi negli anni Sessanta dalla televisione italiana e fu cantante indimenticabile.
Infatti, la Gréco continua a vivere nell’immaginario di coloro che furono affascinati dal suo repertorio tratto da testi scritti, fra l’altro, dal poeta e scrittore Raymond Queneau, come “Si tu t’imagines”, dall’amico Jean - Paul Sartre, nella sua “La rue des Blancs-Manteaux”, dal poeta Jacques Prévert, nell’indimenticabile “Les feuilles mortes”, dove “… il mare cancella dalla sabbia i passi degli amanti divisi”, e ancora “J’arrive” del cantautore Jacques Brel, “Les vayons” del poeta Pierre Seghers, “Le 6ème sens” del compositore Serge Gainsbourg e “Sous le ciel de Paris” del cantante Maurice Chevalier.
La vellutata malinconia dei testi, gli amori che si consumano e muoiono, la necessità di vivere l’attimo perché la vita fugge via e niente torna più indietro rendono le canzoni della Gréco dei classici, entrati nel cuore di chi l’amò e di coloro che ancora oggi la scoprono.
La sua voce così toccante e l’accento francese flessuoso e musicale diedero quel tocco di superba magnificenza a quei versi d’autore già iscritti nel cerchio magico dell’immortalità.

 







 
   
  scrivi a info@corradobarbieri.com