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DA QUI ALL' ETERNITA'

Regia di Fred Zinneman, con Burt Lancaster, Montgomery Clift, Frank Sinatra,
Ernest Borgnine, Donna Reed, Deborah Kerr

 


di John Milner




Otto premi Oscar, e una lunga serie di altri riconoscimenti. E si è tutti concordi nell'attribuire quasi tutto il merito all'interpretazione di
tre attori d'eccezione, i grandissimi Burt Lancaster e Montgomery Clift, e il Sinatra debuttante che impersona l'italo-americano Maggio,
scanzonato, simpatico, ribelle.
Il film venne tratto dal romanzo di James Jones, ma fu il tocco di Zinneman a dargli quell'atmosfera che lo rende senza tempo e in grado di trasmettere sensazioni fortissime anche se indefinibili.
È proprio il senso di sospensione della vita, di passaggio da un'epoca storica a un'altra, da un umano sentire collettivo ad un altro, che il regista inserisce magistralmente nella storia, che si svolge alla vigilia dell'attacco giapponese a Pearl Harbor.
Le vite dei protagonisti si dipanano tra la noia, le incongruenze, le iniquità e le limitate evasioni della vita militare, ma come già incombesse la sospensione, il vuoto dell' attimo che sta tra la normalità e la tragedia.
Sensazioni che lo strascicato Re-enlistment Blues, suonato e cantato in gruppo, e poi inserito come sfondo in vari momenti, enfatizza e permette di imprimerci indelebilmente, assieme alla figura dal nome quasi impronunciabile, Robert E. Lee Prewitt, sensibile ma tenace soldato a cui probabilmente solo un Clift poteva dare quella dimensione.
Re-enlistment Blues verrà eseguito negli Stati Uniti da quasi tutti i cantanti e musicisti di stile country per decenni, ma nessuno riuscirà più a rendere il sound del gruppo di semi-anonimi attori del film.

 

 

 
   
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