Nel 1945 un soldato americano conosce a Firenze una ragazza,
Nella sua sacca il militare non ha soltanto le razioni e le munizioni, ma porta con se’ anche un libro, l’unico effetto personale che si è’ portato da casa.
In quel libro vi sono dei versi sconosciuti in Italia, sono di Emily Dickinson, e la ragazza si chiama Margherita Guidacci . Il soldato ne fa dono alla giovane che, colpita da quei versi, ne diventerà la prima traduttrice . Nascera’ poi un acceso dibattito tra la ristrettissima cerchia di intellettuali che per primi stanno frequentando l’opera di Emily - più’ che ovvio che si tratta dei fumosi individui che frequentano l’ambiente in quel periodo- Decretano infatti che le traduzioni della ragazza sacrificano la sostanza alla forma, e questo in quanto la traduzione della Guidaccci non è conforme a una versione americana, la terza, di Thomas H.Johnson ( la prima e la seconda sono state a cura rispettivamente di Mabel Todd, compagna del fratello di Emily, Austin, e di sua nipote Martha Dickinson Bianchi ) e quindi ritenuta troppo libera.
Tuttavia nel 1979 Margherita Guidacci riesce a pubblicare integralmente le sue traduzioni ( che non riguardano la totalità delle liriche) e dall’ analisi della più grande biografa di Emily, Barbara Lanati, il libro ricevuto in dono dalla ragazza fiorentina e’ la versione, fedelissima, di Martha Dickinson ! |

|