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LETTERA A EARL GRANT

 


di Corrado Barbieri

 



Ascoltai la tua canzone più bella, parlo di "The end", quando ero poco più che bambino e già mi colpì. Poi, suonando la chitarra con amici, uscì, e diventò quasi un nostro inno, un inno all’amore, alla romanticheria, anche alla notte direi, perché la suonavamo a notte fonda, quando tutto era silenzio. A due chitarre, e coretto muto.
Poi, essendo anche in versione italiana (mi piaceva come pronunciavi stentatamente, aveva un suo sapore), per noi era ideale, anche se ci piaceva eseguirla mezza in inglese e mezza in italiano, senza staccare.

E fino ad oggi inno è rimasta per me, e tu, sfortunato nella vita, scomparso presto, sarai sempre ricordato per questa, anche se hai interpretato e suonato benissimo al piano mille altri brani, tra cui il difficile "Ebb Tide" con cui allora si erano cimentati grandi come The Voice e i Platters. Il tuo sound ispiratore fu per te chiaramente quello di Nat, come per tanti altri, però tu avesti questa canzone/poesia, dal testo banale, se vogliamo, ma rimasta a farti ricordare, a dare un attimo di sensazioni forti a chi prova nostalgia, a chi cerca qualche perché della vita, a chi vorrebbe magari innamorarsi di nuovo. "The end" e' quindi anche la sigla di questo sito e basta cliccare il pulsante di ascolto in alto nella home per sentirla.

 
   
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