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EMILY CARR
La pittrice canadese post-impressionista amante degli alberi


di Viviana Filippini



L’incontro con Emily Carr è stato un po’ casuale. Stavo cercando delle immagini in internet e mi sono imbattuta in questo suo dipinto, " Woods Interior " , un olio su tela ( 1935 ) conservato oggi alla Vancouver Art Gallery.
Emily Carr, nata in Canada il 13 dicembre del 1871 ( e' morta nel 1945), è stata una delle prime pittrici canadesi a scegliere come temi principali della sua produzione pittorica anche le popolazioni indigene e i paesaggi della British Columbia canadese. Oltre ad essere una delle prime artiste del colore canadesi, la Carr viene ricordata perché fu anche una delle principali esponenti della pittura post-impressionista in Canada.
Quando accadde tutto questo?
Con gli studi di arte che Emily fece a San Francisco, poi in Inghilterra, nel 1899, dove si iscrisse alla scuola di arte di Westminster di Londra, passando per le scuole di Cornwall, Bushey ed Hertfordshire. La Carr non si fermò nella terra anglosassone e, non a caso, nel 1910 si recò in Francia, a Parigi, dove studiò arte all’Académie Colarossi. Un periodo importante che le permise di conoscere gli artisti Fauves e la loro pittura  fatta di colori puri, intensi e accesi.
Con i “saperi” del post-impressionismo la Carr tornò in Canada, a Victoria, dove era nata e dove continuò a vivere facendo la vasaia, allevando cani e dipingendo.
Osservando " Woods Interior "   del 1935, quello che mi ha colpito del quadro è stata l’immediata sensazione di essere trascinata dentro la tela da un turbine di forme e colori .
Ho avuto  la sensazione di assistere a un vortice naturale  fatto di verde vegetazione e di alti fusti di piante secolari. E, osservando bene la tela, la pittrice fa proprio questo, lei si immerge (e ci immerge) nelle foreste canadesi e le ritrae cercando di comunicare attraverso le forme e i colori la meraviglia della natura. Come si nota,  le tonalità cromatiche che dominano questa foresta sono i verdi, i gialli, i marroni, ma non mancano pennellate di blu, azzurro, rosso, nero, che riproducono le diverse sfumature della natura.
Altro aspetto che mi ha affascinato è la tecnica con la quale è stato steso il colore, che permette di inserire la Carr a pieno titolo nella pittura post-impressionista. La superficie è ricoperta da pennellate fluide  e fiammeggianti, riproducenti sulla tela un moto ondeggiante e sinuoso, che va a definire i volumi dei tronchi, ma anche l’erba (che sembra un mare) e le fronde delle piante, le quali piegandosi ad arco danno proprio la sensazione di una natura che avvolge e abbraccia il tutto. Una foresta che più la osservi, più hai la sensazione che ti porti al suo interno per svelarti i misteri  che caratterizzano il mondo naturale e il creato.
Oltre a dipingere i totem delle popolazioni dei nativi che lei conobbe da vicino, perché visse  a stretto contatto queste  genti, il  tema piu' amato dalla Carr è per certo l'albero, le piante nelle diverse forme e altezze, una costante della sua produzione,  e le cronache di quel tempo narrano che per meglio ritrarle, la pittrice si costruì una sorta di roulotte per sostare a lungo nelle foreste  e dipingere gli alberi  da lei considerati, a tutti gli effetti, delle creature viventi, con una propria esistenza, da conoscere e tutelare.
L’intento della sua produzione artistica era proprio quello di dimostrare la linfa vitale del mondo degli alberi e la dimensione, mistica, spirituale e anche selvaggia della natura canadese.
Importante per la notorietà della Carr fu, negli anni ’20, l’incontro con il " Gruppo dei Sette ", che l’aveva invitata a partecipare a una mostra sui nativi d’America alla National Gallery.  Il Gruppo dei Sette era formato da  pittori, guidati da Lawren Harris, che dipingevano il paesaggio di quel grande paese. Il contatto con loro permise a Emily di far conoscere le sue opere e di ricevere adeguato appezzamento.

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Viviana Filippini, giornalista e corrispondente del Giornale di Brescia, tiene corsi di scrittura creativa e di riscoperta della letteratura e dei classici del cinema. Ha curato una lunga serie di antologie e di volumi per vari editori. Oggi pubblica anche sul Blog CULTORA , il portale italiano di informazione culturale.

 



 
   
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