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LETTERA A HOAGY CARMICHAEL



Di Corrado Barbieri


 



Riservato, scanzonato, simpatico compositore di "Star Dust". Basterebbe quest’ultimo credito per annoverarti nell’empireo dell’arte. Ma poi componesti anche "Georgia on my mind". E tanti altri brani da sogno. Si sa, chi compone è dietro le quinte per la massa del pubblico, più colpevoli però sono quelli che hanno scritto di te, della tua musica, così in ritardo. Forse perché rispetto ai “grandi” del Novecento americano, i Gershwin, Berlin, Porter, eri così alla mano, così semplice, simpatico e diverso. Ti faceva diverso la tua passione sfrenata per il jazz, per gli artisti che avessero una sensibilità di altissimo livello soprattutto. Uno per tutti Bix, la leggenda della cornetta, il “giovanotto con la tromba”, di cui fosti amico vero oltre che grande ammiratore e che cercasti di aiutare per evitargli, purtroppo inutilmente, l’autodistruzione.

È proprio guardando il documentario "BIX" di Brigitte Berman che ti si può incontrare, nelle interviste, e conoscere di più, capire l’intensità della tua passione, quando ci spieghi che eri un “alligatore”, cioè di quelli che nelle riunioni musicali, le Jam Sessions informali, sono lì in prima fila, come ipnotizzati dalla musica senza staccare mai sguardo e attenzione. Ma è appagante anche sentirti suonare e cantare con leggerezza e confidenza nel film Acque del Sud, con Bogart, e vestire la parte di Cricket. Bello quell’"Am I blue", da riascoltare. C'e' da chiedersi, banalmente, come hai fatto a comporre una "Star Dust" così eterea, lieve, poetica, universale. Tutto il mondo la conosce, tutto il mondo l’ha suonata, cantata e la suonerà e canterà sempre, anche se le tue versioni al piano, senza orchestre di sorta, sono le più affascinanti. Una in particolare, estemporanea, buttata lì come eri capace tu, come se si stesse suonando e conversando tra amici, da' l'idea esatta di come l'arte puo' scaturire da un semplice tocco.

 





 
   
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