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AMERICAN GRAFFITI

Regia, soggetto e sceneggiatura di George Lucas con Richard Dreyfuss, Ron Howard, Paul Le Mat, Charles Martin Smith, Harrison Ford




di Corrado Barbieri




In pochi altri film è stata ricreata con tale accuratezza l'atmosfera di un'epoca relativamente recente venuta a crearsi contemporaneamente in quasi tutto l' Occidente. E nessun film ha mai contenuto nella sua colonna sonora così tanti brani musicali di successo. Con queste due premesse si può partire per il viaggio attraverso una delle opere cinematografiche più straordinarie del secolo scorso, un’opera incredibilmente ricca di personaggi e situazioni che Lucas ha proposto con tocco estremamente leggero.
Siamo nel 1962, in un'America in transizione fra la presidenza Eisenhower e quella Kennedy, dal Rock and Roll al Rock e al Folk, e l'aspetto più sorprendente è che i giovani che si trovavano a migliaia di chilometri di distanza, nelle città italiane e di altri paesi occidentali, avevano le stesse pulsioni, gli stessi desideri e le stesse problematiche dei protagonisti di un film che si svolge in una cittadina della California.
Ma ciò che più assimila i giovani di quell'epoca è il vivere intensamente ogni attimo di una lunghissima notte, una notte che si vorrebbe non terminasse, così come il periodo dei nostri Teens. Un momento della vita che precede quel giro di boa ineludibile che sono i vent'anni, appuntamento con le asprezze che inevitabilmente dovranno giungere.
I protagonisti principali sono Curt (Richard Dreyfuss), Steve (Ron Howard), John Milner (il debuttante Paul Le Mat, splendidamente immerso nella parte) e Terry “il rospo” (Charles Martin Smith).
Il primo è l'intellettuale del gruppo, combattuto tra il desiderio di partire per il college e quello di rimanere nelle certezze della sua piccola città. Steve è invece certo di partire e lo incoraggia a non avere dubbi sulla decisione. John Milner è stato espulso dalla scuola, fa il meccanico ed è considerato una sorta di campione locale nelle sfide automobilistiche in uso a quel tempo, un personaggio dall’atteggiamento ribelle e irriverente che è senz’altro quello meglio tratteggiato dal regista. Terry è il più giovane e ingenuo della compagnia e per questo sarà protagonista di disavventure esilaranti.
Tutti si ritrovano nella prima scena del film davanti al Drive In per vivere quell'ultima notte prima della partenza fissata da Curt e Steve e in quel momento iniziano a ritmo serrato avventure e circostanze che porteranno i protagonisti ad attraversare stati d'animo contrastanti e inusitati. Nel susseguirsi delle vicende vi è una cerniera centrale rappresentata dal concatenarsi di un brano musicale dietro l'altro, brevemente inframmezzato dalla voce di Lupo Solitario, un Disc-jockey tra lo scherzoso e il trasgressivo che i giovani amano e ascoltano dalle radio delle proprie auto.
Si intrecciano per tutti momenti sentimentali contrastanti: Steve, ansioso di partire e di fare nuovi incontri, cerchera' di convincere la sua ragazza ad essere libera di frequentare altri; John Milner si accompagnerà suo malgrado ad una ragazzina che vuole crescere troppo in fretta; Terry incontra una bionda alla moda che imita le attrici del momento; Curt avrà l'incontro più emblematico di tutti. Mentre viaggia nell'auto di una amica gli si affiancherà una Thunderbird bianca condotta da una bellissima donna bionda che fissandolo scandirà attraverso il finestrino “I love you”, per poi sparire nel traffico: è la donna dei suoi sogni, che cercherà di ritrovare nel corso della notte e che gli sfuggirà in continuazione, metafora dell'irraggiungibile amore ideale o della felicità stessa. Tutti i protagonisti attraversano piccole avventure e disavventure vagando nella notte sulle loro auto, mentre Curt penserà di rivolgersi a Lupo Solitario per rintracciare la donna dei suoi sogni attraverso un annuncio radiofonico.
L'incontro tra Curt e il Disk-Jockey avviene in una scena criptica ed emozionante, in cui Curt confessa i suoi dubbi e le paure sulla partenza del giorno successivo. Lupo Solitario non esiterà a incoraggiarlo, ricordandogli che “ il mondo è grande e meraviglioso ” e che alla sua età il volo va spiccato.
Parcheggiato nei pressi di una cabina telefonica, Curt finalmente riceve la telefonata della donna dei suoi sogni, ma alla richiesta di un appuntamento esita e ottiene la chiusura della telefonata.
Ormai è quasi l'alba e mentre John Milner, in un’ultima sfida sulla sua auto con un rivale scopre, pur vincendo, di non essere più il campione di prima, e un'epoca per lui si chiude, il gruppo conclude la notte.
Curt, il dubbioso, decide di partire, mentre Steve resterà, avendo prevalso all’ultimo momento l'amore per la sua Laurie.
Ancora una volta i quattro amici si ritroveranno all'aeroporto per la partenza di Curt. L'addio avviene in un'alba gelida, angosciante: gli anni dorati sono alle spalle, la guerra nel Vietnam, gli assassini di John e Robert Kennedy, di Martin Luther King e le rivolte giovanili chiuderanno l'ultima breve era felice per l'America e con essa svaniranno spensieratezze e illusioni.
Un ultimo sguardo dal finestrino dell'aereo mostra a Curt la Thunderbird bianca che minuscola sfreccia sulla strada.
I titoli finali ci raccontano:
John Milner morirà investito da un ubriaco in un incidente stradale;
Steve diventerà un agente di assicurazioni nella cittadina di Modesto in California;
Terry verrà dato disperso nel Vietnam;
Curt si stabilirà in Canada dove farà lo scrittore.

 

 
   
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